Nel mondo della “musica metal” c’è un modo distorto di fare informazione

Nelle mie parole non c’è alcuna voglia di fare polemica ed esprimo il mio pensiero con profonda serenità, ma anche con grande cognizione di causa. Faccio giornalismo musicale ormai da diversi anni, ho un curriculum di tutto rispetto e penso di avere la giusta esperienza professionale e conoscitiva per esprimere un parere sincero. Da quando ho fondato Giornale Metal, prima ancora Informazione Metal, ho riscontrato un modo distorto di fare comunicazione ed informazione nell’ambito metal. Non mi riferisco assolutamente alla stampa cartacea ed in particolare ai massimi giornali del settore, che rispettano in maniera impeccabile le regole del mondo giornalistico da un punto di vista sia di etica che di professionalità. Bensì mi soffermo sull’informazione su internet, che è diventata una vera e propria giungla, nonostante a livello legislativo ci siano delle norme vigenti per disciplinare il tutto. Però evidentemente, nessuno vuole apprendere queste leggi o probabilmente non ne è a conoscenza. Un sito web o un blog, come è nel caso della nostra testata, deve avere una registrazione presso il proprio tribunale di competenza, avere un editore, o semplicemente deve essere supportato da un’altra testata regolarizzata. Sia quando è nato Informazione Metal, che successivamente con Giornale Metal, non siamo mai venuti meno a questa direttiva. Non a caso Giornale Metal è supplemento di Mondorossoblu.it, testata registrata presso il tribunale di Taranto nell’ottobre del 2010. Questo implica che a dirigere il giornale ci sia almeno un giornalista iscritto all’ordine come pubblicista o professionista. Nel nostro caso c’è chi vi scrive che occupa il ruolo di direttore responsabile, iscritto all’ordine di Puglia, come altri due componenti della redazione, parlo del vicedirettore Alessandra Carpino e del nostro collaboratore Enrico Losito. Questo non significa che non si è esenti da errori, anche noi sbagliamo e quando è accaduto abbiamo chiesto scusa anche pubblicamente, ma almeno possiamo dire di aver rispettato le normative vigenti. Dispiace dirlo, però nel mondo del web non è sempre così e probabilmente per molti addetti ai lavori questi aspetti non contano nulla. Non indichiamo alcun sito web perché non vogliamo mettere il naso in casa d’altri, ma sappiamo benissimo che in rete ci sono molti siti di blasone che ricevono una miriade di contatti unici giornalieri, che però non sono supportati da nessuna testata giornalista, ne hanno una propria registrazione in tribunale. Alcuni sono almeno diretti da un giornalista iscritto all’ordine fortunatamente, altri nemmeno quello. Quindi, soffermandoci nell’ultimo caso, perché non c’è alcuna forma di professionalità. C’è certamente passione, probabilmente anche competenza conoscitiva in alcuni casi, ma signori, si è lontani un miglio dall’essere giornalisti nel vero senso della parola e dal rispettare le normative vigenti. Quindi non avrebbero nessun diritto di rapportarsi con i promoter per avere dischi in promozione o accrediti per le serate dal vivo, eppure lo fanno. Se vogliono scrivere senza formazione, per loro ci sono i guestbook ed i forum. Il giornalismo, perdonateci, è un’altra cosa, ma non vogliamo dare lezioni di comportamento a nessuno. Se nel mondo dello sport e dell’informazione in genere questa linea comportamentale con il tempo si va man mano regolarizzando, nel mondo metal non viene presa in considerazione neanche minimamente. Parliamoci chiaro, anche ad alcuni promoter stessi a volte, non a tutti fortunatamente, questa situazione fa comodo, solo perché il loro obiettivo non è avere un articolo scritto da un professionista, bensì che il loro prodotto venga visualizzato il più possibile. Per questo sul web l’unica regola di valore sono i contatti, il resto non conta. Un aspetto che purtroppo finisce per influenzare molti promoter discografici ed organizzatori di serate live. Ecco che andando nel pratico cosa succede. Succede che Giornale Metal, solo perché è meno pubblicizzato di altri siti, magari esteticamente più belli, viene penalizzato perché non raggiunge i contatti di pincopallo.com, però non viene valutato per il prodotto professionale che può elargire e per i suoi contenuti oggettivi. Succede quindi che alcuni promoter discografici, che fanno giustamente selezione, ci negano di netto completamente la possibilità di recensire i loro prodotti, perché preferiscono affidare la promozione ad un gruppo di adolescenti che con rispetto parlando, non sa neanche cosa sia l’etica professionale, ne il rispetto delle regole del giornalismo. Andando avanti, questa cosa si trasmette anche per alcuni promoter di spettacoli live, che addirittura ti chiedono un documento che certifichi i contatti unici registrati senza valutare se il giornalista che richiede l’accredito sia tesserato o meno. Dimenticandosi che quando non erano nessuno, l’impegno umano del richiedente nei loro confronti non è mai mancato. Per essere chiari, nel mondo metal in moltissimi casi, avere un tesserino da giornalista ed una registrazione in tribunale, non conta un’emerita mazza. L’unica cosa che conta sono questi benedetti contatti unici. Personalmente, ci vantiamo della stima di molti promoter che sono talmente tanti, che è inutile stare qui ad elencare anche per non mancare di rispetto a nessuno. Ci vantiamo anche di aver un accordo di collaborazione con una delle più grandi riviste nazionali come Guitar Club che non ha certo qui bisogno di presentazione. Ci vantiamo della stima di tanti musicisti ed addetti ai lavori che riconoscono il nostro impegno e la nostra professionalità. Avere qualche promo in meno, non scrivere di etichette anche di spessore, o non essere accreditati a qualche concerto, ci può dispiacere, ma non ci cambia la vita, perché fondamentalmente da un punto di vista legale e giornalistico, non siamo certamente noi dalla parte del torto. Fortunatamente molte band iniziano a lamentarsi di tutto questo. Comprendono che molte recensioni di loro live e dischi non sono professionali e visto il lavoro che ci mettono, è giusto richiedere che il loro impegno vada rispettato seriamente. E’ questo un momento di crisi complessiva che comprendiamo, ma il distribuire anche promo digitali, non per le etichette maggiori, ma per quelle minori, può diventare un danno, perché è giusto giudicare un disco a 360° anche nella cura dell’artwork. In conclusione, noi abbiamo nel nostro piccolo segnato un solco. Abbiamo una nostra linea comportamentale, che ci ha portato anche ad essere minacciati di querele da un noto artista, solo perché siamo stati di gran lunga professionali. Continueremo a farlo, con serenità e consapevoli di rispettare l’etica giornalistica. Altri invece dovrebbero iniziarsi a fare un esame di coscienza ed iniziare a comprendere che il loro comportamento non è certamente professionale, ma solo supino a logiche di mercato che sono destinate a sgretolarsi. Amen. 

Maurizio Mazzarella