SHADOWS OF STEEL - Crown Of Steel

Underground Symphony
Si chiama arte. Si chiama talento. In sintesi sono questi gli Shadows Of Steel, una band che ha fatto la storia del power metal, in Italia e non solo, che torna sul mercato discografico con un disco straordinario a distanza di undici anni dal precedente Second Floor. E’ il terzo disco complessivo inciso da Wild Steel e compagni. L’esordio omonimo è datato 1997, ma in mezzo ci sono anche due Ep di spessore come Twilight ed Heroes. Con una formazione solida e compatta, formata oltre che da Wild Steel alla voce, anche dal noto tastierista dei Labyrinth Andrea De Paoli,  da Steve Vawamas dei Mastercastle al basso e Frank Andiver alla batteria, gli Shadows Of Steel hanno creato il disco più completo e raffinato della loro discografia, supportato anche da una produzione moderna ed un suono straordinariamente attuale. Merito della qualità compositiva notevole, della cura certosina degli arrangiamenti, di strutture ben articolate dei brani e delle tastiere di De Paoli che riescono a fare la differenza, risaltando la splendida voce di Wild Steel, sempre tagliente ed incisivo. Già con Crown of Steel, il brano che apre il disco, gli Shadows Of Steel mettono le cose in chiaro, fondendo tecnica e melodia con estrema abilità. On the Waves of Time è un pezzo più diretto, che rimarca come questa formazione riesca a funzionare come un ingranaggio perfetto, differentemente Never Say Goodbye esalta una rapidità d’esecuzione fuori dal comune. Lo stile di Crown Of Steel si assesta su un  power metal intenso ed ispirato, che ricorda molto i Labyrinth dei due “Return” oppure l’esordio dei Vision Divine. C’è però dentro un palpabile sguardo rivolto al futuro e ad una voglia di evolvere un genere che spesso si guarda troppo alle spalle. Gli Shadows Of Steel invece pensano al futuro, con coerenza e consapevolezza della propria immensità. Un fotografia di questo concetto è Nightmare, che colpisce grazie al suo ritornello d’impatto, stesso dicasi per The Light in Your Eyes, dove si notano delle chitarre dure possente e per Outsider, che ammalia con un dinamismo estatico. La poesia diventa padrona di Crown Of Steel in Recall, una ballata dalle forti emozioni. Infine Cast Away è l’ultimo ruggito degli Shadows Of Steel, il cui ritorno è stato accolto con notevole entusiasmo e calore. 

Voto: 10/10

Maurizio Mazzarella