SITRA'S MONOLITH - Intervista alla Band


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

È un album che affonda le radici nel blues passa per il southern, fino ad arrivare all'hard-rock e al rock psichedelico. È fortemente basato sulle sonorità da power-trio rock: chitarra, basso, batteria e, naturalmente, la voce. Abbiamo puntato a creare un album dal suono granitico, che arrivi direttamente a far vibrare l'ascoltatore.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Io come autore dei brani cercavo altri componenti per suonarli dal vivo, ho conosciuto il batterista Manuel Togni precisamente nel momento in cui ne avevo bisogno e successivamente il bassista Michele Mora, anche lui è arrivato in seguito a una serie di coincidenze quantomeno singolari. Insieme abbiamo cominciato a calcare la scena Live, sviluppando un suono compatto, sottoponendolo al giudizio della gente, guardandola negli occhi e tastando con mano ciò che la nostra musica era in grado di fare. È stato un bel banco di prova, superato il quale abbiamo deciso di dare al nostro messaggio un respiro più ampio, paradossalmente chiudendoci in una stanza insonorizzata.

Come è nato invece il nome della band?

Il nome "Sitra", che è la caratteristica principale del nome, altro non è che il mio secondo cognome ormai perduto negli archivi dell'anagrafe generazioni fa; Monolith, invece, per via  della musica che, come dicevamo prima, è volutamente solida, granitica. Monolitica, appunto.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Ogni canzone ha tematiche ispirate a vita vissuta o a tematiche che ci stanno particolarmente a cuore; a tal proposito i testi sono fondamentali per entrare appieno nello spirito dell'album, ma anche i brani strumentali hanno un titolo mirato che conferisce senso alla canzone.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Come già accennavo prima, abbiamo cercato di creare un sound molto compatto, monolitico! Partendo dal blues per arrivare fino all'hard-rock. A volte siamo stati definiti Heavy-Blues, io non so se esista un genere simile, so solamente che ci piace il rock ed è quello che facciamo; l'attenzione è rivolta principalmente ai brani e meno al chitarrismo, difatti nell'album vi sono solo due tracce strumentali, di cui una è la coda dell'album stesso. Certo essendo io chitarrista, è inevitabile che l'album sia fortemente caratterizzato dalla sonorità della chitarra, però la musica non è uno strumento piuttosto che un altro, è l’effetto che tutte le componenti riescono a ottenere assieme. Quando ti trovi a suonare in un gruppo in cui ognuno dei componenti potrebbe riempire un palco da solo e invece ognuno si mette al servizio del risultato finale, capisci che puoi davvero creare qualcosa di buono.

Come nasce un vostro pezzo?

Sotto questo punto di vista, ogni brano fa storia a sé. All'interno dell'album vi sono brani nati nel giro di un momento, da un riff, da un’ispirazione che ti colpisce come un fulmine, mentre altri che hanno avuto bisogno di sedimentare, maturare, a volte per mesi. D’altronde, quando si fa musica, si cerca sempre di trasmettere un messaggio, un’emozione, e le emozioni a volte ti colpiscono all’improvviso, travolgendoti e lanciandoti a mille all’ora in esperienze brucianti, a volte invece c’è bisogno di tempo e sforzi per decifrarle, capirle e interiorizzarle. Alla fine credo che il punto sia questo. Per quanto riguarda la questione musiche/testi, anche qui dipende. È raro che una canzone nasca con testo e musica insieme, però quando succede nascono solitamente le mie canzoni preferite. In linea di massima comunque i testi possono nascere in qualsiasi momento, prendendo spunto da qualsiasi situazione o avvenimento che mi colpisca; la musica invece nasce semplicemente imbracciando la chitarra.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Il brano d’apertura, "Breaking Bad", è sicuramente uno dei miei preferiti, i brani in slide che richiamano le origini blues fanno vibrare in particolar modo le mie corde, credo che la sua efficacia stia nella sua semplicità ed è qualcosa che mi ha sempre colpito e ispirato ascoltando musica. Un brano a cui sono più emotivamente legato è "Lady In The Rain", è molto intimo, anche grazie alle sonorità acustiche, poi è legato ad alcuni momenti e ricordi per me molto importanti. Dico solo che è uno dei brani nati con musica e testo assieme.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Parlare solo di band credo sia riduttivo, ce ne sono sicuramente molte ma direi di allargare il concetto anche ai singoli artisti. In quest’ottica ci sono parecchi nomi di cui semplicemente non posso fare a meno, citando solo i primi che mi vengono in mente direi Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Deep Purple. Rock Classico insomma. Adoro comunque ascoltare moltissimi generi, tra i miei preferiti ci sono anche il jazz e la musica classica; io stesso nasco come chitarrista classico e proseguo tuttora l'attività concertistica classica. Essa è sicuramente una parte fondamentale della mia formazione come musicista e come persona. Io credo che chi fa musica col cuore, sia un musicista nello stesso identico modo in cui è un essere umano. Insomma, l’uomo è lo specchio del musicista e il musicista è lo specchio dell’uomo. 

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

Innanzitutto non smettiamo mai di suonare live, non siamo uno di quei gruppi che riescono a stare lontani dal palco troppo a lungo. In ogni concerto, poi, non solo suoniamo i brani dell’album attuale, ma proponiamo anche i brani che arriveranno nei prossimi, ci piace sempre avere il polso della situazione parlando con chi si fa i chilometri per sentirci. A questo proposito, il secondo album possiamo considerarlo già a metà. C’è ancora molto da fare, ovviamente, però le canzoni piacciono e questo ci dà tanta energia. In estate di sicuro saremo in Olanda per delle date di promozione dell’album e al ritorno ricominceremo a girare l'Italia on the road.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Qui tocchiamo un punto che mi interessa molto. Io voglio assolutamente registrare un disco live, non l’abbiamo ancora fatto ma ci attrezzeremo di sicuro perché per me i live sono importanti come se non più dei dischi in studio. Vedere una band dal vivo è un'esperienza che è in grado di cambiarti la vita, il muro di suono che ti può investire da una sensazione che solo chi l'ha provata può comprendere, nei concerti la musica è viva e crepitante, band e pubblico creano un'opera d'arte unica ed irripetibile che resta nella memoria di chi l'ha vissuta.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

C'è da rimboccarsi le maniche e credere in quello che si fa. Se tu per primo non credi in quello che fai, non puoi aspettarti che ci creda qualcun altro. Per fortuna sono molte le band che hanno un approccio simile e per questo la scena musicale in Italia è viva. Ovviamente bisogna sapere anche dove guardare, conoscere i locali giusti, infilarsi in questa realtà in fermento. Molto poi dipende anche dal genere che si suona o che si vuole sentire. Per quanto riguarda il rock e il blues, conosco molte band con ottime idee che, come si suol dire, “stanno facendo la gavetta”. Ovviamente il difficile sta poi nel farsi notare, ma il pubblico c’è ed è competente, se riesci a entusiasmarlo, a trasmettergli qualcosa, la voce si sparge in fretta.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Internet è un'incredibile risorsa se si è capaci di sfruttarla. È un canale che potenzialmente ti mette in contatto con tutti, e intendo proprio tutti. Spesso diamo per scontato quello che ci permette di fare, ma diffondere un album, la tua musica, con un semplice click è qualcosa che ha dell’incredibile.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Tantissimo! Amiamo il Rock e facciamo Rock, cerchiamo di tirar fuori noi il meglio da lui quanto lui da noi, assolutamente dando il massimo! Non è il solo progetto che abbiamo, come accennavo io sono anche un chitarrista classico e il batterista Manuel Togni ha già una lunga esperienza Metal (Aleph, Soulphureus). In questo progetto, tuttavia, abbiamo tutti lo stesso fine: vivere il Rock.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Ce ne sarebbero un'infinità, ma ci stiamo dando da fare, abbiamo collaborato con vari artisti di livello internazionale sia come singoli componenti che come gruppo, ad esempio: Uli Jon Roth, Kee Marcello, Ule Ritgen, Nathalien Peterson, Dave Weckl, Melvin Lee Davis e molti altri. Speriamo di continuare così!

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Credete in quello che fate e date il massimo nel farlo!

Maurizio Mazzarella