RAFF SANGIORGIO - Intervista all'Artista


Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?

-Si chiama “Rebirth”, e’ un album strumentale incentrato sulla chitarra elettrica, e’ il mio debutto da solista. Si tratta di un lavoro nato spontaneamente. Ho approfittato di un momento di pausa creativa dei Gory Blister per dar sfogo a quelle mie influenze musicali che non avrebbero potuto trovare il giusto contesto nell’ambito Gory Blister o in generale nel Technical Death Metal. Ho lasciato che il carpe diem fluisse nell’improvvisazione, dando forma ad  un album strumentale di Metal al 100%, con delle genuine influenze Rock e Blues.

Come si è districata la tua formazione da musicista?

-Sono totalmente autodidatta. Ho studiato in modo un po’ rocambolesco, a seconda dal materiale che riuscivo a recuperare. Quando ho cominciato non esisteva YouTube, e c’era in giro poco materiale didattico sul modo di suonare l’elettrica in chiave moderna, per l’epoca. Imbracciata una chitarra ho avuto da subito una band, anche se al tempo il livello era molto mediocre , questo mi ha aiutato a sviluppare un senso di insieme ed una attitudine Live nel mio modo di suonare.  Quando si riusciva poi ad avere una copia pirata di un video didattico era una festa, consumavo i nastri  per tutti i back and forward fatti con il videoregistratore, per vedere e rivedere le parti da studiare e capire.


Come hai scelto il titolo del disco?

-Dopo tanti anni di dedizione al Metal di un certo tipo, mettendomi al servizio dei Gory Blister con i quali ho realizzato e pubblicato sino ad oggi, cinque Albums, ho pensato che questo esordio da solista, nel quale andavo ad esplorare territori abbastanza diversi da quelli del Technical Death Metal, era di fatto una nuova nascita come musicista, ed artista. Intitolare quindi questo album Rinascita “Rebirth” mi e’ sembrato appropriato.

A cosa ti ispiri quando componi?

-Generalmente il mio approccio alla composizione è incentrato sull’improvvisazione, lascio fluire quanto di buono l’attimo  ha da offrire, sviluppo di seguito a mente fredda il materiale prodotto, per dargli un’identità. Può anche succedere che ad accendere l’ispirazione, sia un fill di batteria, l’ascolto di una canzone, un suono e così via. Poi cerco di convogliare le energie nell’arrangiare il materiale prodotto, assecondando le mie influenze musicali e gli ascolti musicali del momento.

Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un tuo potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

-Le idee, la concretezza e la credibilità delle canzoni, gli arrangiamenti, i virtuosismi e la qualità della produzione.

Come nasce un tuo pezzo?

-In generale comincio con la selezione e l’analisi del materiale prodotto dalle mie improvvisazioni. Decisa la tonalità’ sulla quale lavorare, inizio ad arrangiare il Groove, lavorando sulla batteria ed il metronomo. Cerco di tirar fuori una prima struttura fino al possibile ritornello, ed infine inizio ad arrangiare le parti fin qui prodotte. Alla fine di questa prima fase, il risultato e’ una buona base di canzone. Il processo prevede poi numerosissimi ascolti, per capire in quale direzione stilistica evolvere il brano. I soli di chitarra in generale li costruisco alla fine del processo, preferisco definire in primis riffs, struttura e melodie. Lasciando i soli in coda al processo, riesco dopo tanti ascolti a improvvisare soli attinenti al sound e all’ arrangiamento della canzone. Tutto si svolge  in un clima di isolamento dal resto del mondo e dalle mie attività quotidiane. 




Quale è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Sono legato a tutti i brani di “Rebirth” nessuno escluso. Li ho curati tutti con la stessa intensità e motivazione. Lil’ Chuck Blues è l’unica canzone, che racchiude una storia realmente accaduta. Chuck è il mio gatto, un bellissimo tigrato europeo di quasi 6 anni. Circa un anno e mezzo fa, ha rischiato di morire per una grave pancreatite, che a seguito in un intervento chirurgico è lentamente regredita. Vive con me ed è una parte importante di me…pensavo di averlo perso per sempre, i medici veterinari non si pronunciavano per non dirmi che era molto probabile che non ce l’avrebbe fatta. Sono stati momenti difficili e bui, in quel periodo stavo lavorando ad un blues, e quando per miracolo, Chuck è sopravvissuto ed è guarito, ho deciso di dedicargli la mia canzone nella quale avevo riversato tutte le emozioni di quel momento terribile durato quasi un mese.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?

-Le mie influenze personali sono varie e differenti. Cerco di far prevalere determinate influenze rispetto ad altre, in base al contesto con il quale devo confrontarmi. Le mie influenze Death Metal affondano radici nella scena della Florida degli anni novanta, in bands come Death, Morbid Angel, Cannibal Corpse, e Bay Area Thrash anni ottanta (West Coast) come Metallica, Megadeth, Slayer. Anche l’Europa ha contribuito in tal senso con bands come Kreator e Coroner. Chitarristicamente, oltre alle suddette bands, hanno influito e tutt’ora influiscono sul mio approccio alla chitarra musicisti come Ritchie Kotzen, Greg Howe, Marty Friedman, Joe Bonamassa, Eric Clapton, Steve Ray Vaughan, Steve Lynch, Paul Gilbert, Gary Moore, Rory Gallagher, Steve Vai, ma uno su tutti,  colui che secondo me, meglio di chiunque altro ha reso le canzoni strumentali per chitarra elettrica vicine e simili ad una canzone con voce è Joe Satriani, illuminante!...il perfetto equilibrio tra, tecnica e melodia, in una sola parola Classe! 

Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa? 

-Promuovere “Rebirth” il piu’ possibile. Video, Live, Clinics.

Come pensi di promuovere il tuo ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

-Di fatto dietro il progetto “Rebirth” non c’e’ una band, ma ci sono solo io. In questo album d’esordio solista ho curato in prima persona, Riffs, arrangiamenti , strutture delle canzoni, strumenti e produzione. Pertanto inizialmente la mia formula di promozione live e’ quella delle Clinics, se le vendite di” Rebirth” saranno tali da giustificare dei veri e propri live, metterò su una band per questo progetto.

Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?

-Tante buone bands frequentano la scena italiana, la qualita’ non e’ mai stata un problema. Il punto e’ che mancano i promoter capaci di promuovere i talenti e contribuire alla loro carriera musicale. Oggi un Management chiede soldi all’artista per farlo suonare dal vivo, senza dare nulla in cambio,  non sono inoltre strutturati per contribuire alla crescita dell’artista. In Italia sono davvero pochi i Booking Management che possono competere con quelli esteri, e contribuire alla carriera di un artista, e questi pochi snobbano tutto ciò che è Rock o Metal, che non e’ cantato in italiano, e che non abbia una voce che rispecchi i nuovi standard nati dai Talent Show televisivi.
Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?

-Dipende da quale punto di vista si analizza Internet, questa e’ una tematica sociologica molto ampia, che non riguarda solo la musica.In termini di visibilità, Internet contribuisce in modo positivo, permette di raggiungere migliaia di persone targettizzate in poco tempo, ed in piu’ parti del mondo. D’altra parte, decine o centinaia di miglia di visualizzazioni, non si traducono in vendite di dischi, questo rapporto vendite/visualizzazioni e’ provato e documentabile. Per quando tu possa targettizzate nel modo corretto il tuo messaggio, questo non impatta nelle vendite, e vale per tutti, piccoli  e grandi artisti. Il motivo e’ culturale. E’ cambiato il modo di fruire dei contenuti di intrattenimento. Contenuti brevi e veloci, per catturare l’attenzione, pochi secondi consumati come un pezzo di carta igienica, e via, il prossimo. Com’e possibile percepire con questi tempi cosi’ ristretti il “valore” dei contenuti? Specie poi quando i contenuti sono tanti…troppi! Per questo motivo in rete spopolano i video piu’ assurdi, ma alla fine qual’e’ il loro scopo?..il nulla! Per qualche motivo, questa forma mentis  legittima (sbagliando) il diritto di godere gratuitamente dei contenuti musicali, pagare per la musica secondo l’internauta e’ sbagliato, proprio perche’ non ne percepisce il valore e puo’ averla gratis(piratandola). Cosa fareste se dopo una giornata di lavoro l’azienda decidesse di non pagarvi la giornata? Ingiustizia vero?...e’ esattamente la stessa cosa. La musica piu’ di tutte le altre arti, sta pagando a caro prezzo questo cambio culturale.

Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?

-Molto! Generi come il Rock, Metal, Blues Jazz, danno spazio all’estro dei musicisti. Atri generi vincolano il musicista a sottostare ai paletti dettati da esigenze di produzione e di genere, vedi il Pop, o la musica leggera italiana, per fare qualche esempio.


C’è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?

-Ce ne sono tanti, famosi e meno famosi

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Date una chance a “Rebirth”, ascoltatelo su Spotify, iTunes, SoundCloud, BandCamp, Deezer, GooglePlay ( l’ascolto e’ gratis!). Ma se vi piace, acquistatelo, in negozio, su Amazon, dove vi pare. Non vi preoccupate, non vivo grazie ai vostri soldi, e con i vostri soldi non comprerò una Harley Davidson  per divertirmi alle vostre spalle, come  Jovanotti (e  ci scrisse su anche una canzone). Acquistando musica degli artisti underground, contribuite a tenere viva la scena, senza supporto la scena muore e niente più Musica!

Maurizio Mazzarella