BOLGIA DI MALACODA - Intervista alla Band


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

“La forza vindice della ragione” è un parto della mia mente, un viaggio introverso di sensazioni aspre e malsane anche se non mancano momenti un po’ bizzarri e sentimentali. Il titolo ripreso dalla poesia del Carducci dice tutto.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Il gruppo l’ho fondato io nel 2010 dopo diverse esperienze black, death e thrash metal. Il necessario era cantare in italiano

Come è nato invece il nome della band?

Malacoda è un diavolo della divina commedia che dà il nome a una frazione in Toscana dove passavo spesso e da lì mi è venuto in mente Bolgia di Malacoda. 

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere?

Personalmente mi ispiro ad esperienze e sensazioni introspettive, non riguardano uno o più temi, riguarda di più ciò che gira intorno a me e nella mia testa

Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Delineano la nostra anima, tutto gira intorno al testo e alla sua interpretazione.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Mah, penso la voce, il sound bello grezzo, la particolarità dei testi, l’incazzatura che emanano.

Come nasce un vostro pezzo?

A volte da particolari stati d’animo, a volte canticchiando qualcosa tra sé e sé, a volte da condizioni alterate ma sopratutto dal semplice fatto di prendere la chitarra in mano. Una fatica enorme per chi è stanco anche di trovare col piede la pantofola giù dal letto. 


Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Attent’al prete è sicuramente il pezzo che più ci piace, sia a livello tecnico che emotivo, è anche il pezzo più emotivamente grottesco

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Sono diverse band, piuttosto eterogenee, potrei dirti Litfiba e Il teatro degli orrori , i Rammstein, i Gorgoroth, così come potrei dirti De André

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

Per il momento stiamo cercando date per l’autunno di quest’anno, ci porteremo il disco dietro e vedremo di farci conoscere così.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Ahahah no, eventualmente un disco per il prossimo anno.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

C’è una ripresa dell’uso del canto in italiano da diversi anni a questa parte anche per generi più pesanti e questo ci dà soddisfazione, d’altro canto l’Italia è un paese adatto per fare le cose con passione e basta, difficile trovare spazi senza sbattersi con durezza, gl’italiani si sentono tutti artisti, il ruolo di fan gli sta decisamente stretto e con questo ho detto tutto.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Internet è il principale mezzo di comunicazione, dipende dal fatto di saperlo sfruttare. 


Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Per ciò che esprimiamo è quello che si addice, difficilmente al di fuori del genere che facciamo potremmo esprimerci con la stessa disinvoltura, ci sentiamo noi.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Sinceramente non ce lo siamo mai chiesti, può darsi, magari col tempo conoscendo qualcuno con le nostre affinità musicali, ma per ora siamo concentrati su materiale inedito.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Sì, trovate il nostro disco su Spotify e sulle altre piattaforme digitali. Venite a sentirci nella speranza che il nostro progetto vi piaccia o che almeno risolva i vostri problemi di stitichezza, comunque, cosa importante, evitate di fare figli.

Maurizio Mazzarella