DEVIL DRONE - Intervista alla Band


Siete usciti sul mercato discografico con un album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori? 

Il nostro album è uscito nel 2014 ed è il frutto di un lavoro comune, intenso e di una rabbiosa passione, che sono sfociati nel desiderio di esprimerci attraverso la musica.  Il titolo, Erebo, è l’incarnazione di tutto ciò che di oscuro avevamo dentro. L’erebo appunto, il regno del caos, dell’oscurità, il luogo ultraterreno dove risiede il male. Abbiamo pensato a come sarebbe un erebo portato sulla terra, nel pratico, alle cose che affievoliscono la luce dell’animo umano. Ne è scaturita una sorta di lista, della quale abbiamo sviluppato i punti che ritenevamo cardine, nel modo più rabbioso che potevamo. Il lavoro finito è stato un album di 11 tracce, uniformemente cattivo, diviso in due parti da un intro che dà una sorta di respiro armonico e cupo, ma che è solo un preludio a quello che accade dopo, tutto da scoprire. Erebo è stato interamente scritto e arrangiato da noi Devil Drone, sotto l’etichetta discografica dal nome latino “Cave Canem D.I.Y.”, registrato presso Hombrelobo Studio di Roma e illustrato da Carlo Settembrini.

Com’è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

La nostra band è nata nel 2009 dall’incontro del bassista Giordano Felici Fioravanti e del chitarrista Fabrizio Guerrini. Dopo alcuni cambi di formazione, ci siamo stabilizzati all’inizio del 2010 con Luca Mazzolai alla voce e Leonardo Farmeschi alla batteria. Tutti noi veniamo da paesi del versante grossetano del Monte Amiata, paesi dove è difficile far musica di nicchia come la nostra, ma il desiderio comune di suonare metal ci ha tenuti stretti e ci ha fatto da collante per diventare una band.

Com’è nato il nome della band?

Ci chiamiamo Devil Drone, tradotto ronzio del diavolo. Il nome della band è nato quasi da solo, dalla nostra musica e da tutto ciò a cui ci ispiravamo, nel mentre che abbiamo cominciato a suonare le prime note e a far uscire le prime grida.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Le tematiche sono varie e le argomentazioni ampie, quindi i nostri testi hanno molta importanza nelle nostre canzoni. Si va dai temi più personali come il desiderio di vendetta, della rivoluzione, della fuga, del viaggio e della malattia oncologica, intesi non solo nel senso concreto del termine, ma anche nel senso più introspettivo, a temi di più ampio spettro, che riguardano la collettività come il Dio Denaro o lo sfruttamento delle risorse del pianeta Terra. Tutti temi che hanno un mondo dentro, un’importanza assoluta e che non permettono di essere trattati con superficialità. 

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

La nostra musica è cupa e decisa, con pochi soli e virtuosismi armonici, è la musica di chi è incazzato, la musica che non scende a compromessi. Il nostro è un album che non le manda a dire a nessuno, diretto, intenso, con poche smussature e tanti spigoli. Crediamo molto in questo genere che siamo riusciti a sviluppare. All’ascoltatore offriamo ciò che un Erebo, con la sua oscurità, non ti offrirebbe mai: un punto di vista, una finestra da cui guardare il mondo dall’angolazione che vuole. Vi sembra poco? Provare per credere.

Come nasce un vostro pezzo?  

Quello del gruppo con la malattia mentale giusta per far nascere i pezzi dei Devil Drone è sicuramente il chitarrista Fabrizio, sempre pregno di idee che porta al cospetto degli altri membri. Il lavoro sporco passa poi in mano al batterista Leonardo e al bassista Giordano, i quali danno una sorta di ordine al ronzio della chitarra e aumentano il tiro della canzone. Il lavoro finale, non meno importante, è quello di Luca, il cantante. Ed è proprio questa consapevolezza dei ruoli di ogni componente della band che fa sì che una canzone dei Devil Drone nasca.

A quale brano di questo album siete particolarmente legati sia dal punto di vista tecnico che emozionale?

Ogni brano ha la sua storia ed ha un particolare legame nella band, poiché rappresenta la nostra maturazione tecnica e musicale negli anni e ci ricorda cosa eravamo e cosa siamo diventati. Tuttavia, a livello tecnico, il brano a cui siamo più legati è Earth Fury, mentre a livello emozionale, brani come Cancer si legano molto ai vissuti di alcuni di noi e crediamo sia un brano che dà sempre un bel coinvolgimento emozionale quando lo suoniamo, anche nei confronti del pubblico che ci segue.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Sicuramente gruppi come i Megadeth, Pantera e Slayer, sono state le massime influenze del nostro gruppo. In questi ultimi anni abbiamo saputo apprezzare molto anche altre band come i Death e un sacco di band del panorama hardcore. Tuttavia non cerchiamo di essere una pallida imitazione di queste band, ma cerchiamo più un’ispirazione dal punto di vista tecnico e di sound, rimanendo fedeli alla linea dei Devil Drone.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro album?

Abbiamo in programma l’uscita del nostro primo video ufficiale nell’autunno di quest’anno. Il video sarà sulla canzone Earth Fury e sarà girato qua nella nostra montagna, territorio al quale siamo molto legati e che storicamente è stato sfruttato dall’uomo, sia dal punto di vista minerario che dal punto di vista geotermico. La prossima mossa che ci attende è quella più impegnativa: stiamo lavorando all’uscita del nostro secondo album in studio. Abbiamo previsto la sua uscita nella prossima estate.
Speriamo di poterlo promuovere con un bel tour di alcuni giorni, che parta proprio qua sulla nostra montagna e che si concluda di nuovo qua.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali sono le problematiche riscontrate come band?

La scena musicale italiana crediamo che sia un ambiente in continuo divenire, dove alberga tanta incertezza com’è normale che sia, quando non si sa dove sarà la nostra destinazione. Crediamo nel potenziale del patrimonio musicale italiano, ma anche che ci sia la necessità, sia da parte di noi musicisti che da parte di chi vuole intrattenere la propria clientela con la nostra musica, di non sminuire il lavoro di chi suona, svendendo o chiedendo di svendere quello che per molte band è un impegno serio, che ha richiesto tempo, denaro, sudore e sangue. E’ in questo che si nasconde la tomba dei nostri sogni e delle nostre aspirazioni, nelle frasi fatte del “suoniamo gratuitamente per farci conoscere” e del “noi del nostro locale vi diamo l’opportunità di farvi conoscere ed è questo che ripaga il vostro impegno”. 


Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Sicuramente crediamo molto nel potenziale della condivisione e la rete non fa altro che amplificarla in modo esponenziale. Informa i nostri fans sulle date dei prossimi concerti, sulle novità del gruppo e ci dà dei feedback importanti, sia in termini di elogi che di critiche.  Consideriamo sempre elogi e critiche come spunto di riflessioni, le quali ci regalano un bel margine di miglioramento.

Il genere che suonate, quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Sicuramente molto. Il metal non è mai considerata una musica semplice da suonare. Volenti o nolenti siamo sempre messi a confronto con i mostri sacri del genere e non è facile riuscire ad accontentare un pubblico così esigente. Ma questo per noi è solo una sfida che ci dà stimoli per dare sempre il massimo e finora abbiamo avuto un bel riscontro positivo da parte di chi ci segue e anche da parte di chi ci ascolta la prima volta. Tutto questo è incoraggiante per continuare a coltivare il nostro talento di musicisti.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Il metal è pieno di musicisti che hanno lasciato un messaggio importante nel genere e nella musica in generale e dai quali potremmo imparare cose preziose in una eventuale collaborazione. Siamo certi che, se e quando ci capiterà l’occasione, sapremo coglierla al volo.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai vostri lettori?

Grazie ai nostri lettori e ai nostri ascoltatori, futuri ed attuali, poiché è grazie al vostro ascolto che la nostra musica ha ragione di esistere!!! Seguiteci nelle nostre pagine di Facebook e Soundcloud! Un’ultima cosa: se dentro di voi avete qualcosa di oscuro, di ardente, una rabbia cocente, qualcosa che nascondete che vorreste tirar fuori con forza inaudita, ecco che allora Erebo è l’album che fa per voi, proprio perché parla di voi e per voi!!! Quanti lo farebbero? Ciao a tutti!!! Stay Metal!!!

Maurizio Mazzarella