PRESENCE - Intervista alla Band


Venticinque anni di carriera per una band è certamente il raggiungimento di traguardo molto importante. Masters and Following è il modo migliore per festeggiare la vostra storia. Potete presentarci il concept del disco? Quali sono le sue peculiarità?

In origine doveva essere  pubblicato solo il live, proprio per 'celebrare'  i venti anni di attività, ma intanto avevamo accumulato molti brani nuovi e pensammo di realizzarli, così invece dei venti abbiamo festeggiato i venticinque anni...L'idea di fondo del nuovo album è  quella di raccontare, dal punto di vista estetico principalmente,quella che è la deriva delle società attuali,come l'assenza di progettualità e di finalità ultime, insieme alla totale improvvisazione delle classi dirigenti 

Masters and Following si presenta come un lavoro doppio. Se nel primo cd sono tutti brani inediti salvo tre covers il secondo cd vede la band in versione live. Perché questa scelta?

L'intenzione era quella di realizzare un lavoro il più completo possibile,che racchiudesse gli aspetti principali di tutto il nostro percorso,quella live è una componente importante  nella linea della band 


Quanto è quindi importante la dimensione live per i Precence? Potete soffermarvi sulla seconda parte del cd live? Ovvero sulla parte orchestrale? Quanto è stato importante questo aspetto per la vostra musica?

Contrariamente a quello che si può pensare i Presence sono una live band, ci divertiamo molto quando suoniamo insieme,anche se non è semplice organizzare i nostri concerti, abbiamo diverse esigenze tecniche, comunque è un aspetto imprescindibile per noi. In 'The sleeper awakes', abbiamo collaborato con l'orchestra  del teatro San Carlo,e fu un'esperienza unica...Comunque i riferimenti orchestrali, operistici e sinfonici sono sempre stati presenti nella nostra musica,fin dall'inizio

La cover di Masters and Following si presenta particolarmente crepuscolare. Come si ricollega al concept del disco? Chi si è occupato dell'artwork e come si è rapportato alla vostre idee di base? 

Ci piace pensare che la villa antica e fatiscente della cover potrebbe essere una rappresentazione dell'arte allo stato attuale...E'stata realizzata da Maru Maratesta, ottima 'painter' che ha colto perfettamente il senso dell'album...La Black Widow Records è stata molto acuta nel farci incontrare

Masters and Following è un lavoro molto intenso ed ispirato, dai connotati profondi, ma anche molto tecnico. Come si differenzia rispetto a due precedenti album di assoluto valore come possono essere Evil Rose o addirittura Gold?

Sono tutte epoche diverse...'Gold' lo realizzammo nel 2001,era un mondo completamente diverso...Ad ispirare quel lavoro fu un racconto del 1932,'Il pianeta delle streghe'di Virginia Stait,ed è molto incentrato sulle armonie,da un punto di vista puramente tecnico...'Evil rose',del 2008,è un album più  teatrale, specialmente nella suite .Fu la prima volta in cui inserimmo delle covers,ma ci sono anche brani molto intensi come 'Orphic' o 'Cassandra'. E'passato un pò di tempo e naturalmente 'Masters and following' rappresenta quello che i Presence sono oggi... Il nostro sound è consolidato ,anche se è un album che guarda a tutto il nostro percorso, musicale e di vita 


Come invece può essere rapportato un lavoro storico come Black Opera a questo disco? Quanto sono cambiati i Presence se rapportati all'istantanea di quell'album? Parliamo se non erro del 1994.

'Black opera' ci ha dato molte soddisfazioni,un album di difficile realizzazione, ma era  una situazione completamente diversa,sicuramente un punto di svolta....Oggi siamo persone diverse,con  anni di vissuto in più, anche musicalmente parlando.E'un album molto intenso con grandi pezzi,e poi la fantastica esperienza di suonare alcune pagine di Giuseppe Verdi...Sono sicuramente cambiati i modi di realizzare musica in questi anni,anche l' approccio creativo è diverso.... C' è una grande differenza emotiva fra i due lavori

La forza dei Presence è certamente quella di godere di una fortissima personalità che li differenzia dalle varie band che formano il settore del rock progressivo. Ma potreste indicare quelli che oggi per voi possono rappresentare dei punti di riferimento? 

Dopo i grandi fasti degli anni '70,quando il progressive dominava la scena musicale con albums tripli in cima alle classifiche di tutto il mondo,lavori con orchestra, composizioni lunghissime e grandissimi musicisti al top dell'ispirazione...tutto questo tecnicismo e perfezionismo ,forse autocompiacente, allontanò le bands dal pubblico... Sembrava tutto troppo, si ingigantiva e si complicava ad ogni concerto,in ogni disco...tuttavia questa smisurata libertà artistica ha dato vita al decennio  probabilmente più interessante del '900.Poi,come spesso succede, ci fu un rigetto che sfociò nel punk prima  e nella new wave poi ,in un certo senso un ritorno al minimalismo...Quella idea,di portare al massimo la libertà espressiva,è stata comunque un nostro punto di riferimento centrale 


L'abilità tecnica, con l'aspetto compositivo e l'ispirazione, sono degli aspetti che vanno secondo voi di pari passo in fase di composizione ed esecuzione dei brani, oppure prescindono l'uno dall'altro? 

Nella scrittura di un brano tendiamo a non perdere il'filo',che è un rischio costante quando suoni brani molto 'strutturati'...poi cerchiamo di far scorrere la musica,mettendoci quello che 'sentiamo', battuta per battuta...La tecnica è una cosa necessaria per ogni musicista,la mancanza può diventare un limite creativo ,principalmente in fase di creazione...

Perché la scelta di coverizzare gli Audience, ma soprattutto i Judas Priest che sono una band nettamente distante dal vostro genere? 

Gli Audience hanno anticipato molte delle atmosfere che sarebbero venute poi...I Judas Priest,insieme agli Iron Maiden ,hanno tenuto alto il 'range'del rock a quel tempo,quando  giganti come Zeppelin,Deep Purple  o Grand Funk si fermarono... I nostri primi tre lavori,'The shadowing','Makumba' e 'The sleeper awakes'sono molto vicini all'heavy metal...Abbiamo sempre pensato ai Presence come una rock band...Anche la cover degli Sparks,che abbiamo inserito in 'Masters and following', mette in risalto l'aspetto del glam rock,che è stato un pilastro nell'evoluzione musicale e di immagine degli  anni '80 e'90 


Ad un primo impatto ascoltando il disco, l'impressione è che Masters and Following paradossalmente illumina il vostro aspetto più oscuro, ma anche più interiore. Siete concordi con questo concetto? 

E' insita nell'album una profonda riflessione diciamo sociopolitica,che deriva comunque dallo stato d'animo attuale,che ci circonda...certo sono tempi complessi e noi abbiamo cercato di raffigurare in musica quello che ci sembrava di percepire

Se brani come Scarlet o The Dark sono ormai dei classici del gruppo, quali brani di  Masters and Following hanno secondo voi la forza di diventare i nuovi classici dei Presence? 

'Collision course' , 'On the eastern side' o 'Deliver' sono molto esplicativi per quanto concerne l'intero concetto dell'album,ma  sicuramente 'Masters and following' è a pieno titolo uno dei brani che meglio rappresenta quello che è la musica dei Presence.

Maurizio Mazzarella