THE MUGSHOTS - Something Weird

Black Widow
Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione. Questa la frase celebre di un noto fil della commedia italiana, ovvero Amici Miei di Mario Monicelli. Ma è una frase se pur semplice, talmente forte, che sintetizza in modo perfetto la musica dei The Mugshots, un gruppo ormai ben affermato che già con Love, Lust And Revenge aveva mostrato tracce di genio e talento puro. Something Weird ha però qualcosa in più. I The Mugshots mostrano una preparazione tecnica fuori dal comune, aspetto che influisce nel loro progressive rock riconducibile per certi versi ai Marillion o ai Genesis della Gabriel era, con palpabile tracce di horror rock, dove è nei Death SS la matrice di riferimento, non a caso in Stream Again figura come guest un certo Steve Sylvester. E' infatti cosa di non poco conto la presenza di tanti e diversi ospiti in questo album. Freddy Delirio, Andrea Calzoni, Manuel Merigo, Tony Dolan, sono tutti musicisti di grosso calibro, ma quello che colpisce maggiormente è in assoluto Enrico Ruggeri, che con la sua voce rende unico Sentymento, facendo tornare alla mente quell'artista che nei Decibel iniziava a mettersi in gioco, con occhiali scuri e voce di velluto. Il crepuscolare Introitus, introduce The Circus, una via di mezzo tra la fine degli anni settanta e la nuova sperimentazione, con grandi riff di chitarra e melodie attrattive, oltre ad un gran ritornello che ti fa staccare dalla sedia per seguire il ritmo del brano. La medesima atmosfera regna sovrana anche in Rain, che nasconde anche una sottile malinconia, fusa con la voglia dei The Mugshots di sperimentare e provare nuove soluzioni.

I Am An Eye incute timore, paura, riflessione e tracce di sofferenza. Un pezzo dai connotati horror dove fa da padrone la presenza di un ospite di spessore come Freddy Delirio che esplode in trame di prog anni settanta nel suo percorso. An Embalsemer Lullaby Pt.2 per certi aspetti può sembrare un tributo casuale ai The Cure e spiazza tra momenti di puro rock ad altri straordinariamente poetici. Il copione però muta in Ophis componimento più duro e colmo di grandi riff. Si aprono a seguire le porte di Sentymento probabilmente il momento più alto del disco grazie ad un estatico incrocio di voci e chitarre. Altro momento stupefacente di grande spessore è Scream Again, un brano di sano heavy metal dove spicca la prestazione di un Steve Sylvester in gran spolvero. Nella parte finale di Something Weird si riscoprono le tradizioni del progressive rock con Grey Obsession, canzone dall'atmosfera orientale, che vede le apparizioni di Matt Malley, Martin Grice e Mike Browing. Momenti di pura passione giungono con Dusk Patrol, ottima nella sua struttura e nell'arrangiamento ed impreziosita da un grande Tony Dolan, poi è il momento di Pain, uno dei momenti più accessibili ed anche orecchiabili, dove calza a pennello Manuel Merigo come ospite. La voglia di sperimentare e di innovare, sono caratteristiche che rendono unico il sound dei The Mugshot, che chiudono questa opera d'arte con Ubique, ben suonata e coinvolgente nel proprio insieme. Something Weird è prodotto valido, che mostra una band dotata di grande personalità e pronta per spiccare il grande salto anche a livello internazionale.

Voto: 8,5/10

Maurizio Mazzarella