PAOLO SIANI (feat. NUOVA IDEA) - Faces with No Traces

Black Widow
Multiforme, Multistile, Polistrumentista, in un’epoca di riscoperta per i grandi lavori del rock del passato nel panorama musicale ci viene offerto un album davvero eccellente, una perla senza eguali per gli amanti della sperimentazione ma non solo anche per coloro che nostalgicamente pensano agli anni ’70. Un lavoro di tale portata poteva essere frutto solo della mente di un grande esteta della musica come Paolo Siani. Questo musicista è anche fondatore di una band progressista “Nuova Idea”che anche se per poco tempo ha prodotto musica di qualità; dopo essersi sciolti questi prodi talenti hanno regalato la loro esperienza a vari artisti come Ornella Vanoni, Equipe 84 e su tutti il magnifico Fabrizio De Andre’. Nel 2012 Siani riparte con l’intento di riunire la band ma da esterno per sottolineare il fulcro del nuovo genio creativo, e ora ci regalano con una linea-up di ben 12 musicisti un vero gioiello della musica dedita ai palati fini “Faces with No Traces”. Siani riunisce la band e altri amici esterni con un lavoro che facilmente è riconducibile alla produzione rock progressive anni 70 ma guarda al futuro, donandoci sfumature eccellenti di psichedelia e facilmente riscontrabili sono le tracce di mostri sacri del rock, come i Deep Purple, i Led ma soprattutto i Pink Floyd. Recensire un tale lavoro dona grande piacere tanto da non tralasciare nessun pezzo del platter. Questa storia magica parte dall’”Intro “ dove un meraviglioso Duduk, uno strumento tradizionale armeno ci dona una magnifica melodia di Gevorg Dabaghyan, non essere suggestionati da questa esecuzione appare impossibile, si aprono scenari live davvero interessanti. A seguito dell’intro abbiamo Paul Gordon Manners che canta e suona in “No One’s Born a Hero”un viaggio di un semplice contadino che riesce a sconfiggere un gigante grazie alla sua potente spada magica, solo nella seconda parte possiamo apprezzare la performance vocale. Arriva la prima traccia elettrica “Welcome Aboard” tema centrale il viaggio, la fantastica emozione che solo la scoperta di nuovi mondi ci può donare, a bordo della scintillante nave; basterebbe il tema a far salire i brividi ma vogliono far di più regalandoci un’esecuzione strumentale eccelsa, le chitarre di Paolo Vacchelli e Marco Abamo, l’organo Farfisa di Paolo Tognazzi il basso di Roberto Tiranti e la meravigliosa voce di Paolo Siani. Ci colpisce in seguito il crescendo di “Black Angel’s Claw”, dove Siani ci delizia suonando tutti gli strumenti ad eccezione del basso dove Guglielmo Guglielminetti si pone in primo piano; si narra della cattiveria della gente e l’incapacità di donarle il perdono, fortissimi elementi autobiografici sullo sfondo di una psicadelia a tratti orientaleggiante. Altro tema caro al lavoro è la libertà che si esprime appieno in “Free the Borders”, è un invito ai dittatori a lasciar liberi tutti quei giovano che perdono la vita in guerra per la volontà di potere di pochi uomini che dominano. Chitarre elettriche e acustiche accompagnati da un coro composto da 40 elementi di nome “Nuove Armonia” con le voci di Paolo Siani e Paul Gordon Manners ci deliziano nel vero senso della parola, importante è la partecipazione al basso di Marrale, ex Mattia Bazar.

Arriva tutta la carica di un pezzo Hard Rock “Rockstar”basato sulle chitarre di Ricky Belloni e l’organo di Paolo Tognazzi, protagonista è una rockstar che fa il sogno ricorrente di allontanare le donne a causa dell’alito cattivo. Un capitolo tutto suo merita la cover “Post War Saturday Echo” dei Quatermass, storica band progressive inglese con la riuscita aggiunta dell’effetto blues, adorabile a mio parere e registrata dal vivo con la batteria di Siani, Marco Zoccheddu al piano e Giorgio Usai all’Hammond; si descrive il vuoto generato dalla vita frenetica nelle grandi metropoli. Ritorna l’elemento autobiografico in “Three Things”, con la riflessione che giunge per tutti gli uomini maturi, una sorta di bilancio delle propria esistenza, conta ciò che si è amato, tutto ciò che in modo gentile è stato sperimentato e tutte quelle parti lasciate per la strada perché poche importanti. Da sottolineare la formidabile esecuzione al violoncello di Eva Feudoi Shoo, questo brano è presente anche in versione videoclip. Il brano che amo di più resta l’ultimo “Eriù”, una vera e propria dichiarazione d’amore alla musica celtica e soprattutto all’Irlanda, il ritmo lento della parte iniziale lascia spazio al crescendo della seconda parte che ci dona una danza orecchiabile, in primo piano la fisarmonica di Marco Zoccheddu. Si chiude il lavoro con il bonus track, ossia un remix di “Black Angel ‘s Claw”, una sonorità davvero mozzafiato masterizzata nella Mastering Room 5 degli Abbey Road Studios. Aggiungere un qualunque commento appare riduttivo per un lavoro di tale portata, non si può che godere di queste rarissime produzioni di qualità che ci rendono orgogliosi e ci proiettano nella speranza di deliziarci con altre produzioni future. Grandissimi musicisti, brani eccezionali, testi superiori. Chapeu! 

Voto: 9,5/10

Angelica Grippa