A TOTAL WALL - Delivery

Autoprodotto
Esordio su full-length degli A Total Wall, italianissimi epigoni del sound groove metal più tecnico in stile Meshuggah/Pantera. Nonostante sia uscito in completa autoproduzione, si nota subito l'ottima resa sonora e la produzione, perlomeno consona al tipo di sound proposto. Grande dispiego di chitarre dall'accordatura super-downtuned (di sicuro si tratta di 8-strings guitars) e un livello di distorsione davvero devastante, per dei truci riffs thrasheggianti, com'è tradizione nel sound adottato, asserviti a delle raffiche di tempi dispari che vi faranno girare la testa. Ottima performance vocale, un growl di ordinanza abbastanza preparato, da degno contraltare alle più rare ma non meno incisive clean vocals. E qua e là si trovano ogni tanto anche dei piccoli preziosismi come la clean vocal robotica presente su "The Right Question" (che mi rimanda alla memoria il primo album dei Cynic) e alcuni innesti di fusion elettrica presenti più avanti.

Un plauso anche per gli assoli di chitarra, pulitissimi e molto sostenuti e dilatati, per far da contraltare alle intricatissime ritmiche, ed alla sezione ritmica granitica e guerrafondaia ma perfettamente all'unisono con le chitarrone battagliere. In finale: non un disco epocale, magari, dato che le influenze degli svedesoni Meshuggah sono molto presenti, ma comunque indicativo di come la band, nata nel 2009, si sia mantenuta su livelli piuttosto alti, e non disdegni sperimentare. Probabilmente questo è un ottimo punto di inizio. Consiglio loro di perseguire la loro strada continuando ad esercitarsi e comporre, ma anche di premere l'acceleratore sulla sperimentazione accennata qui e là in questo album di esordio. Buona fortuna. 

Voto: 8/10

Alessio Secondini Morelli