AGE OF AQUARIUS - Dawn Of The Age Of Aquarius

Rock Company
Ci sono album che colpiscono subito, in positivo, altri purtroppo destinati a non lasciare il segno, almeno per chi scrive, come nel caso degli Age Of Aquarius. Band sconosciuta dal sottoscritto, scoperta solo adesso in virtù della recensione di questo nuovo Dawn Of The Age Of Aquarius. Il genere proposto da questo gruppo formato sostanzialmente da un duo che vede Peter Cox su tutti gli strumenti e Zoe Ehinger alla voce, prende spunto da un certo tipo di rock leggero con innesti quasi pop-ambient,con uno sguardo verso una sorta di musica quasi rilassante. Un universo sonoro difficile da paragonare con qualche altra rock band. Sicuramente per essere assimilato, questo lavoro necessita di molti ascolti, almeno per chi non si trova tutti i giorni davanti questo tipo di suoni. Di per se non è neanche tanto male come lavoro, bisogna però avere la giusta predisposizione forse per accettare brani che a primo ascolto possono spiazzare e non piacere subito. Ci sono tracce che si fanno apprezzare come Darlin Jupiter, con delle chitarre si leggere ma con un giusto mood rock. Oppure si potrebbe puntare su The Seventh Hymn che ricalca un pochino in più la strada rocciosa della nostra musica preferita. Unica menzione a parte la si deve al brano Saturnian Chaos, davvero bello e vario, che in alcuni frangenti richiama i Deep Purple, ma un solo brano di questa portata non è sufficiente a risollevare il tutto. A si può definire quasi una classic pop song con delle rock guitar. Ovviamente poi ci sono brani che potevano tranquillamente essere omessi da questo disco come l’iniziale Under One Big Sky, risultando priva di un qualsiasi mordente e passando subito nel dimenticatoio. Bisogna comunque apprezzare e lodare la scelta della band di uscure con un album del genere, certamente coraggioso da parte loro. Evidentemente amano ciò che fanno, anche a costo di non piacere a tutti. Questo è sempre un bene comunque. Consigliato solo ed esclusivamente agli appassionati del genere.  

Voto: 5/10

Sandro Lo Castro