RIKY ANELLI - Usa Bene le Parole

Saar
Sedici anni fa, fra le varie proposte giovanili di Sanremo si intravedeva fra tanti nomi illustri un talento bergamasco di soli vent’anni. Uno stile punk, un’allegria e leggerezza nel cantato che già lo contraddistinguevano fra tanti, presentava “Ho visto un viaggio” composta con la collaborazione del maestro Bruno Santori. Ha lasciato scorrere parecchio tempo, e solo tre anni fa è arrivata la svolta firmando un contratto con la casa discografica SAAR RECORDS pubblicando il suo primo vero lavoro “Considerazioni notturne”. Parliamo di Riky Anelli, il suo è uno stile italianissimo, influenzato da quella che è la grande e meravigliosa tradizione cantautoriale del nostro paese, è facile individuarne la matrice da De Gregori alla coppia storica Mogol-Battisti, la sua proposta non è poi innovativa ma si ricollega a quella parte che da sempre è considerata la produzione migliore sul versante musicale del Made in Italy. Da una profonda riflessione e da un’analisi attenta dell’utilizzo delle parole nasce l’ultimo album “Usa bene le parole”, come afferma lo stesso autore scaturisce da un mix fra cervello, cuore, chitarre e illustrazioni. I tratti salienti appena descritti si riscontrano a partire dal primo brano, ossia la title-track, una voce che scalda e tutta l’attenzione è rivolta al testo, nessuna sillaba è lasciata al caso, un chiaro invito a dosare l’uso delle parole nella vita, hanno peso e valore, un pezzo adorabile e che coinvolge presto, grazie ad un’ottima interpretazione vocale. Spazio alla riflessione totale con “La tristezza passerà”, base prettamente pop, un ritornello che produce subito l’effetto sperato, giungere alla libertà, vivere appieno la vita tralasciando il peso enorme della tristezza.

Leggerezza e allegria si intrecciano a temi mai banali, il potere è il protagonista vero del pezzo “Tango del capo”, l’accostamento con Capossela è pressoché immediato, ha molto di folkloristico, meraviglia delle meraviglie, appena terminato viene subito voglia di riascoltarlo ancora e ancora. Stessa linea ma impreziosita, si presenta “Malanima”, bellissimi i cambi di tempo, un’atmosfera particolare che crea una magia infinita, ritorna il movimento, ma mai spostare l’attenzione da un songwriting perfetto e curatissimo. Quasi l’intero lavoro è basato strumentalmente sulle chitarre, ma “L’attitudine” aggiunge parecchio da questo punto di vista, “ voglio liberare mente e possibilità” recita una canzone tutta da godere dal sapore folk. Il brano che segue è ad effetto commercialmente parlando diretto, “Come le nuvole”, ci piace immaginarlo anche nei live oltre che nelle radio, cantastorie e che storie per “Alla maniera di Rubens”, un racconto all’italiana riuscito sino all’ultimo nota. In chiusura troviamo una ballad del più grande fra tutti, parer mio, una cover in chiave moderna di “Era” dell’immenso Lucio Battisti, un grande amore passato narrato con dolcezza e sentimento confrontato ad un uno vissuto nel presente, quelle storie che cambiano dentro, lasciano il segno ma donano speranza, la perla che completa. Questo disco è una vera chicca, tutto qualitativamente elevato, testi fantastici, voce che si sposa appieno con la parte strumentale, un autore da citare quando si ha voglia di parlare di musica italiana bella e interessata. Album prodotto dallo stesso Anelli insieme a Francesco Matano , è un insieme di storie meravigliosamente narrate, adorabile e completo. Grazie per doni come questo prode cantautore! 

Voto: 9/10  

Angelica Grippa