SORCERER - The Crowning of the Fire King

Metal Blade
Ritorno col botto per gli epic doomsters svedesi Sorcerer, ed ennesimo centro per la Metal blade, il gruppo nonostante la perdita del drummer Robert Iversen, recluta al suo posto Richard Evensand (ex Ebony Tears, Chimaira ecc.) e registra un grande ritorno. I nostri avevano offerto un piccolo antipasto di questo disco col singolo “Sirens” che è anche l’opener di questo platter di puro doom metal dal taglio classico ed epico. “Sirens” difatti fa già capire che il marchio dei nostri è ben presente; ritmi quadrati, chitarre potenti e tastiere sullo sfondo, il singer Anders Engberg sfodera una prestazione magistrale, voce epica, drammatica, ricca di pathos, i nostri sono potenti e un chorus che ti entra nella pelle; e qui c’è anche il bravissimo Kristian Niemann(ex Therion) a impreziosire coi suoi solos. “Ship of doom” è introdotta da arpeggi sinistri di chitarre acustiche mentre una chitarra solista entra e fa capolino per poi arrivare un riffone iommiano che più iommiano non si può, brano lento, ricco di pathos, e si sente il profumo dei Sabbath dell’era Dio, un brano pesantissimo; eccellentissimo solos di squisita fattura da pelle d’oca.

“Abandoned by the gods” è pregna di doom metal ossianico, epico e drammatico, il singer ha una vocalità che punta molto alla drammaticità epica; il gruppo è compatto, anche qui grande prova nei solos, un brano eccellente. “The devil’s incubus” come ne fa presagire il titolo puzza di zolfo e il doom metal di questo brano fa amplificare lo spettro oscuro con un cantato sofferto, riffing dissonanti e ritmiche pesantissime; grande ritornello con cori epici; un brano che ti entra dentro per il pathos che emana. “Nattvaka” è un brano strumentale di quasi tre minuti, un piccolo affresco acustico, un piccolo momento di pausa, con chitarre acustiche e un profumo anni 70. “Crimson cross” è introdotto da rumori di battaglia, sferragliare di spade e difatti è pura epicità, anche qui è puro doom metal, dal taglio melodico, epico e drammatico, grandissimo solos pieno di anima e tecnica, epicità pura. La titletrack è preceduta da rumori di tempesta e un gracchiare di corvi, un brano doom sinistro e maligno, un profumo che porta ai grandi maestri Candlemass, conterranei dei nostri, brano che sfodera una prestazione magistrale tra parti più potenti e altre più tranquille ma sempre con un certo non so che di sinistro, eccellenza pura. Disco eccellente; pura pietra di paragone per chi volesse intraprendere la strada del doom più classico ed epico, i nostri non si smentiscono e sfornano un disco di alta classe e qualità, da avere, doom or be doomed ! 

Voto: 9/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli