WAYWARD SONS - Ghost of Yet to Come

Frontiers
Come riuscire a fare convivere l'hard classico e quello contemporaneo, e farlo avendo bene in mente cosa vuol dire suonare hard rock melodico. I Wayward Sons lo fanno alla grande. Per rendersene conto però bisogna fare una cosa semplice semplice. Ascoltarsi questo “Ghost of yet to come” che è il loro album di debutto uscito lo scorso 15 Settembre su label Frontiers. L'apertura è nel riff rotondo e un po' settantiano di Alive: sentori di Whitesnake e Kingdom Come, ben amalgamati e personalizzati. Seguono Until the End e Ghost, che suonano decisamente Little Angels: party song dal gran tiro e forti di melodie semplici e mai scontate, valorizzate da arrangiamenti frutto dell'esperienza assommata dai membri della band. Insomma, un bel godimento per chi è cresciuto con questi suoni.I don't Wanna Go è il primo singolo estratto dall'album. Non che ciò conti più di tanto in questi tempi di dislocazione digitale, ma la scelta può informare sull'idea che la band vuole dare di sé al mondo. Il pezzo è piacevole, costruito intorno a un'idea di ritornello vincente, ma non tanto ficcante quanto i bei pezzi che lo precedono nel disco.Ancora divertimento con la simpatica e saltellante Give It Away, che avremo anche ascoltato un milione di volte, con i titoli più diversi, ma che mai stanca, soprattutto se impreziosita di una prestazione perfettamente calzante della band.

Più modernista ed heavy è Killing Time, forse un po' fuori contesto e per questo sostanzialmente trascurabile. Per fortuna Crush risveglia tutti, integrando bene l'anno 2017 nelle pieghe del passato glorioso di Toby: diretta, melodica, piena di groove, Crush non stanca mai, quasi melanconica nel suo incedere tanto hard rock. Bella.Be Still invece conferma la personalità immediatamente riconoscibile della musica che fu dei Little Angels: Toby canta come allora e la canzone risulta fresca e mai forzata.Small Talk mantiene alto il ritmo. Veloce, aggressiva, tutta d'un fiato, la canzone ha ottime potenzialità live, anche grazie a un ritornello che meriterebbe molto più di quanto, purtroppo, lo stato attuale del mondo musicale concederà ai Wayward Sons. Infine, ci si aspetta una ballad. E, invece, ecco il bel mid tempo di Something Wrong, che piacerebbe agli Steel Panther con il suo incedere scanzonato e perfetto per chiudere in allegria un album divertente ma non superficiale.Insomma, i Wayward Sons ci hanno regalato un buonissimo album d'esordio, che, nonostante un calo forse fisiologico verso la conclusione ed una originalità che per forza di cose latita un po', convince e trascina lungo tutta la sua durata, con alcune canzoni davvero molto valide. Il revival hard rock non potrebbe essere più vivo e pulsante e, da oggi, ha un nuovo gruppo che si aggiunge alla corsa verso la vetta. Promossi! 

Voto: 9/10 

Bob Preda