ALMANAC - Kingslayer

Nuclear Blast
Dopo appena solo un anno torna la creatura power del grande compositore e chitarrista russo Viktor Smolski. Questo secondo capitolo dei suoi Almanac rivela due novità, la prima un cambio di line up, con la nuova entrata nelle vesti di bassista e batterista di Tim Rashid e Athanasios Tsoukas, la seconda una netta scelta di amplificare il suono heavy invece di mantenere le orchestrazioni presenti sul precedente “Tsar”. L’opener “Regicide” è imponente, potentissima e moderna, chitarroni compressi, la base ritmica è compatta e i riffing sono graffianti, i singer Andy B. Franck, David Readman e Jeanette Marchewka si intersecano alla perfezione e il chorus è drammatico e ispiratissimo; assolo spettacolare del grande Viktor, gustoso. “Children of the sacred path” è veloce, potente ed è una stoccata del nostro al suo ex gruppo ovvero i Rage di Peavy Wagner; sinfonica, graffiante e con i singer che fanno il bello e il cattivo tempo e il nostro che sciorina la sua classe con riffing potentissimi e memori del power teutonico; assolo in scala melodica da brividi. “Guilty as charged” è tutta da cantare, melodica, heavy e potente, up tempo ficcante, riff ad ampio respiro, tastiere mai invadenti e brano pieno di rabbia soprattutto nei chorus e ottima simbiosi tra Readman e Franck con voci filtrate e pulite, c’è anche un gustoso rallentamento prima della netta ripresa in velocità, anche qui il buon Viktor fa vedere la sua maestria con la sei corde.

“Hail to te king” è epica, sinfonica e rocciosa, i cori sono stratosferici, ho idea che dal vivo questo brano arcigno farà furore, anche qui i cantanti rendono pieno di pathos il brano, le tre voci si uniscono alla perfezione esaltando le melodie, un mid tempo sinfonico ma che non si dimentica di graffiare. “Kingdom of the blind” è veloce, potente, una mazzata con orchestrazioni, riff d’acciaio fuso, i nuovi entrati fanno un figurone con una fluidità di cambi di tempo, anche qui i cori sono sontuosi come la voce, un ritornello melodico e ad alto pathos; qui l’assolo del nostro Viktor è con un piglio hard e ti fa rizzare i peli sulle braccia. “Headstrong” è puro power metal, grande riffing, ottime orchestrazioni, un up tempo che ti prende ascolto dopo ascolto anche qui il trio vocale si rende partecipe di una prestazione maiuscola. Un grande ritorno dei nostri, la band procede precisa verso la sua direzione di una corazzata heavy/power, fatelo vostro. 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli