LILYUM - Intervista a Kosmos Reversum


Ciao Kosmos, potresti farci una breve cronistoria dei Lilyum?

Un sincero grazie innanzitutto per darci questo spazio su Giornale Metal e un grosso saluto a te e a tutti. Allora, la storia dei Lilyum è stata un po' travagliata e con diverse pause e ripartenze, cambi di line-up ecc ecc. Dal 2008 ho deciso fermamente di riversare nei Lilyum tutte le mie forze e così a partire dal 2008, e con l'aiuto di musicisti come Xes (Infernal Angels), Frozen (Arcanum Inferi, Krowos, Malauriu) e Lord J.H.Psycho (Phenris, In Corpore Mortis), i Lilyum hanno trovato nuova linfa e dal 2008 abbiamo sfornato sette full-length, due ep, e uno split. L'ultimo lavoro, di cui siamo orgogliosissimi, è uscito a fine agosto 2017 per Vacula Productione e si intitola “Altar Of Fear”. 


Come mai il nome Lilyum?

Come già detto in altre sedi, è una lieve storpiatura di “lilium”, che è un fiore, il giglio. I fiori sono un elemento metaforico per rappresentare l'anima della nostra musica, o almeno quella più nichilista, mortifera, che devasta l'anima, come i fiori posati su una tomba. Fiori che rappresentano nel loro splendore la vita, ma anche la fine di tutto.

Voi avete unito il buon e classico black metal norvegese ad una sensibilità tutta vostra, chi sono i vostri punti di riferimento musicali?

Sono molti e non necessariamente da ricercarsi nel black metal. Personalmente credo che i Lilyum prendano spunto soprattutto dal black metal norvegese degli anni Novanta, ma anche da quello embrionale degli anni Ottanta, con nomi come Bathory o Celtic Frost su tutti, ma anche da tanti altri generi che ascoltiamo. Io ad esempio sono un amante della darkwave, del punk e del grunge. Ma la lista potrebbe continuare ancora.

Il disco è pervaso di malignità, furia e tanta rabbia con una nota drammatica sullo sfondo, da dove prendete l’ispirazione?

Il fatto che la nostra musica sia così, credo sia una diretta conseguenza di come mi sento oggi, all'età di quaranta anni. A prescindere che i Lilyum sono la somma delle influenze e dello stato d'animo di tre componenti, è comunque indubbio che, essendo io il compositore principale, questo si rifletta molto nella musica dei Lilyum. In sintesi, man mano che la vita va avanti, ci si rende conto che molti sogni che si aveva da piccoli vengono spazzati via da una società dove regnano troppe volte solo arroganza, superficialità e smania di apparire. Una società che schiaccia le personalità più “sognanti”, le quali saranno sempre schernite e apostrofate da individui non dotati del minimo senso di rispetto verso il prossimo. Tutto questo genera malessere, e può creare dei mostri. Per adesso questo mostro si chiama “Lilyum”, ma attenzione...Cosa potrà mai diventare questo mostro quando Lilyum non ci sarà più o non potrà contenere tutta la negatività che gli riversiamo dentro? Sinceramente non voglio pensarci...è qualcosa che potrebbe fare davvero paura.

Mi sono piaciuti molto i brani “Siege the solar towers”, ”Voices from the fire” e l’opener “Alkahest”, di che parlano i testi delle vostre canzoni?

I testi sono scritti da Lord J.H.Psycho, lui questa volta non ha scritto un vero concept, ma tutte le canzoni sono legate da un filo conduttore. La paura, la misantropia, l'isolamento, e un pizzico di follia e esoterismo formano la base dei testi dei Lilyum. 


Essendo tu di Torino, mi viene spontaneo chiederti, quanto abbia influenzato la tua band, vivere in una città del cosiddetto “triangolo della magia”.

Non ho mai troppo creduto a questa storia, ma devo ammettere che analizzando il mio percorso artistico e personale, devo forse riflettere su qualcosa in merito a ciò. Vivere a Torino per me non è come vivere in qualsiasi altra città. C'è un alone oscuro e grigio che percepisci anche nelle giornate di sole. Non saprei spiegare a parole, ma questa città emette occultismo e un feeling malato, ma penso che solo i più sensibili possono cogliere e sentire sulla propria pelle questa cosa. Io la avverto, e questa cosa da una parte mi fa stare male, dall'altra mi attira molto, perchè sono molto affascinato dalla parte oscura di ogni cosa, soprattutto quella umana. Ognuno di noi da qualche parte della propria anima ha una forte propensione al Male, ma solo alcuni entrano davvero in contatto con essa. A volte si tratta di input, immagini sfocate che ti passano davanti, sogni, voci...Qualcuno potrebbe chiamarla anche schizofrenia, paranoia...Ma chi stabilisce se queste cose, che alcuni avvertono, sono frutto della loro mente malata o sono un passaggio verso un'altra dimensione? Gli psichiatri? Riflettiamoci. 

Voi vi siete formati nel 2002, durante la vostra carriera, cosa è cambiato nell’underground metal nostrano?

Tutto. L'industria musicale è cambiata e le cose migliori e più rivoluzionarie, a livello musicale e culturale sono tutte collocate nel passato. Non mi va di affrontare nuovamente il discorso dell'underground, in quanto credo che la gente che ne parla di continuo sia la prima ad essere dannosa per la scena. Io credo semplicemente che un musicista deve fare musica, tutto il resto è contorno. Il musicista deve essere un ribelle, un rivoluzionario. Egli deve fare musica come bisogno fisiologico, non per la gloria o per ottenere un ipotetico ritorno in termini di fama, fratellanze ecc. Se queste arrivano meglio, ma se quello è l'obiettivo, allora non si è veri artisti. Riallacciandomi all'inizio della mia risposta dico solo questo, a costo di sembrare vecchio e stanco: ogni moda, movimento culturale e volendo anche di pensiero, è partito anche da un forte scossone nel mondo della musica. Nei decenni precedenti abbiamo assistito al nascere del rock, del metal, del grunge. Tutte queste correnti erano ben radicate in movimenti culturali che andavano di pari passo con la musica del momento. A partire dagli anni Duemila non c'è stata più alcuna rivoluzione in ambito musicale-culturale. Nessuna band, nessuna corrente musicale odierna può essere paragonata minimamente a quelle precedenti. Quello che ne consegue è che purtroppo i giovani d'oggi seguono solo squallide mode, ma queste non hanno radici in movimenti musicali, e quindi sono molto fatue e inconsistenti. In pratica non stanno vivendo nulla, vanno solo avanti cliccando su qualche dispositivo, ma non vivono proprio nulla di reale. 


Come vi trovate con la Vacula productions?

Bene, siamo persone e musicisti semplici, e la Vacula è come noi. Poteva andare meglio, ma sicuramente anche molto peggio!

Quali sono i prossimi obbiettivi dei Lilyum?

Credo che sia presto per parlarne. Vorrei chiudere con “Altar Of Fear” la nostra carriera. Abbiamo realizzato uno dei nostri migliori album di sempre e dentro c'è tutto quello che dovevamo dire. Quindi ora come ora i Lilyum sono molto vicini alla fine. Dovrò ricevere qualche importante input per potermi mettere nuovamente a scrivere musica.

Bene, l’intervista è conclusa, un abbraccione grande e supporto sempre!

Un grazie di cuore a te e ai nostri fans. Voi siete considerati da noi come degli alleati, non come semplici ascoltatori della nostra musica. Chi ha capito realmente cosa vogliamo comunicare credo non potrà mai voltarci le spalle!

Matteo Mapelli