RAM - Rod

Metal Blade
Gli svedesi RAM, esistenti dal 1999 e oggi presenti sul mercato con il loro bestiale quinto album "Rod", hanno un compito arduo. Insegnare ai death metallers, tanto diffusi soprattutto sul territorio della loro nazione, quanto il Puro Metallo possa essere molto più brutale e "take-no-prisoners" dello stilisticamente ben più limitato "growlish" death metal. Vi assicuro, questo album è così pieno zeppo di colate di metallo rovente che pare di essere entrati nel cratere di un vulcano in piena attività. Grazie soprattutto ad una voce rovente come quella di Oscar Carlquist, e ad un suono di chitarra assolutamente bestiale... il tutto però filtrato dalla giusta produzione. Che riesce assieme a valorizzare i singoli strumenti e ad aggiungere potenza alla potenza senza assolutamente sconfinare nel rumore puro. Ed è qui la carta vincente del quintetto. Nessuno dirà mai che sono delle fighette, perché la spaventosa mole di energia irradiata dei RAM è di chiara derivazione Exciter/Anvil, puro metal underground dei primi roventi anni '80 del ventesimo secolo.

Qualcosa di mitico, profondamente essenziale, di una "essenza" che si è persa nel tempo, difficilmente trovabile oggigiorno nei dischi più di maniera e nelle produzioni più moderne e digitalizzate. E non vi potete immaginare quanto fa bene al cuore e all'anima una rispolverata di questo particolare sound, ogni tanto. Da massicce cavalcate di ritmiche chitarristiche serrate e da guerra come l'iniziale "Declaration Of Independence" e "Gulag" a brani speed come "On Wings Of No Return" che uniscono energia e ottimi refrain, l'equilibrio della loro musica è perfetto. Oltretutto, abbiamo la seconda metà dell'album tutta occupata dalla suite in sei parti "Ramrod The Destroyer" e ditemi se tanto metallo strutturato in una suite di siffatta epicità non colpisce nel segno lasciando esterrefatte le metalheads più scalmanate. Riusciranno i nostri eroi ad adempiere al loro compito, facendo assurgere il loro viscerale Heavy Metal a fiero avversario del metal più estremo e ormai manieristico che ancora infesta come un'orda di scarafaggi l'underground internazionale? Solo i posteri questo potranno scoprirlo. A voi la scelta: fate vostro quest'album e partecipate alla cruenta battaglia, oppure tenetevi le vostre bands manieristiche e "metaller-chic" (peggio del radical-chic) e abbandonate la lotta con infamia! Quanno ce vo' ce vo'. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli