STAGE OF REALITY - Intervista ad Andrea Neri


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Andrea: Stage of Reality è il nostro secondo lavoro, un album omonimo, un disco che si differenzia dal primo soprattutto nelle tematiche, ma anche nel sound e nel processo creativo. Stage of Reality è un concept di genere alternative hard rock che parla di come la realtà che percepiamo non è quella che viviamo, ma solo quella che crediamo di vivere. Noi apprendiamo la realtà dai mass media, dai social ed è sempre più difficile discernere fra vero e falso. ogni brano di Stage of Reality parla di un argomento controverso: dalla pedofilia ai signori delle armi, dall’eutanasia all’immigrazione etc… 


Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Andrea: il progetto è partito nel 2013, con la scrittura del primo album “The Breathing Machines”. In quel periodo lavoravo da solo e una volta ultimato tutto ho cercato gli elementi per registrare il disco. Quindi la band si è formato a disco già scritto. Ognuno di noi proviene da background musicali differenti e ci sono stati vari cambi di lineup dal 2013 ad oggi.

Come è nato invece il nome della band?

Andrea: Stage of Reality significa “palco della realtà”. Un posto dove la realtà viene rappresentata, recitata. Per molti è la vita stessa, un’eterna finzione.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Andrea: i testi sono importantissimi, ogni album si ispira ad argomenti differenti, ma tendenzialmente produciamo concept album, almeno così abbiamo fatto fin’ora, più avanti chissà!

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Andrea: sicuramente strizziamo l’occhio a un sound più moderno senza perdere il collegamento con l’hard rock classico, siamo una via di mezzo fra l’alternative e il prog, di solito piacciamo molto a chi ascolta Alter Bridge o Disturbed, ma anche Queensryche e Dream Theater. 


Come nasce un vostro pezzo?

Andrea: si parte da alcune bozze chitarra e voce, si completa in digitale sperimentando varie strutture e poi si porta in sala e si comincia a suonarlo. Di solito suonando il brano cambia faccia e spesso anche struttura.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Andrea: Il mio è Think Twice, parla dell’uso delle armi da fuoco e di come spesso queste ultime siano il motivo di tanta violenza.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Andrea: dai Queen ai Led Zeppelin fino ad arrivare ai Dream Theater, Alter Bridge, Disturbed… ce ne sono troppi!!! 


Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live? 

Andrea: siamo appena tornati da un festival molto grosso in Romania che è stato seguito dal tour italiano. Ora stiamo lavorando sulle date europee

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Andrea: per ora no.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

Andrea: le problematiche in Italia sono sicuramente i costi logistici e lo scarso numero di giorni in cui vale la pena suonare. Fin quando nel nostro paese la gente è costretta a fare le due del mattino per andare a vedere una band emergente è ovvio che i concerti potranno essere solo di venerdì e sabato. Questo genera un intasamento, troppe band e troppi pochi giorni/locali disponibili. 


Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Andrea: la rete oggi è il primo mezzo di promozione, però anch’essa come i locali, è satura. Non è semplice farsi vedere

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Andrea: In Italia molto poco. Diciamo che siamo consapevoli di vivere in un paese che non è certo ROCK. In certi paesi va molto meglio e le cose vengono gestite con più professionalità.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Andrea: Ah! bella domanda… ce ne sono troppi e purtroppo egli ultimi anni muoiono come funghi. Un mio sogno sarebbe stato David Bowie ma….

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Andrea: Grazie per il vostro supporto e per seguire anche band che non muovono 50.000 persone a data!!! Speriamo di vedervi presto ad uno dei nostri live! Un grazie particolare alla redazione di Giornale Metal per questa opportunità.

Maurizio Mazzarella