CLAUDIO SIGNORILE, "Ho scelto il titolo Groove Experience perché volevo sottolineare l' essenza del mio lavoro"


Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio. Puoi presentarlo ai nostri lettori?

- Ebbene si... a distanza di 6 anni dal primo, ecco finalmente il mio nuovo lavoro !. "Groove Experience" è un Ep strumentale. Sette nuovi brani nei quali, principalmente attraverso il mio Basso elettrico, e con l' aiuto fondamentale di numerosi musicisti/ospiti che vi hanno suonato, ho voluto sintetizzare quello che è stato il mio percorso musicale fino ad oggi. E' un album incentrato sulla melodia, dalle atmosfere distese, un pò sognanti. Ne consiglio l' ascolto suggerendo al pubblico di ritagliarsi una mezz' ora (tanto dura l' album complessivamente) di tranquillità per apprezzare le varie sfumature di cui i brani sono ricchi. Un pò come si ascoltava musica una volta! Oggigiorno tutto scivola via così frettolosamente... Il mio disco non è sicuramente un lavoro da ascoltare di corsa. Non lo si apprezzerebbe pienamente e sarebbe un peccato. 


Come si è districata la tua formazione da musicista?

- A 15 anni ho cominciato come batterista ! Ma a 17 mi appassionai al basso elettrico. Ero un grande fan di John Deacon (Bassista dei Queen) e così decisi di cambiar strumento (anche perchè come batterista ero scarso !!). Durante i primi anni di pratica suonavo anche 7/8 ore al giorno. Non uscivo di casa per studiare. Per il 90% sono un musicista autodidatta. Ho preso poche lezioni da insegnanti privati o scuole. Per il resto ho seguito seminari, comprato metodi in VHS (vecchi tempi, altro che Youtube) visto concerti e seguito manifestazioni in cui potevo ascoltare i bassisti o musicisti in generale che mi piacevano, cercando così di carpire i loro segreti.

Come hai scelto il titolo del disco?

- Ho scelto il titolo "Groove Experience" perchè nella mia idea volevo sottolineare con due parole l' essenza del mio lavoro, le ragioni per le quali ho scritto quei brani in quella maniera. Per "Groove" intendo proprio il semplice accompagnare, fare il bassista nel senso tradizionale, lasciando spazio alle improvvisazioni degli altri musicisti/ospiti, evitando dunque di basare l' intero lavoro soltanto sui miei interventi solisti. "Experience" perchè come si può notare ascoltando le varie composizioni, ho utilizzato il basso elettrico cercando l' esplorazione di sonorità per me diverse e particolari attraverso l' utilizzo di effetti come delay, harmonizer, chorus, etc. Una ricerca che per me è stata una nuova e stimolante "esperienza", per l' appunto. 


A cosa ti ispiri quando componi?

- Passo da momenti di creatività fluente, ad altri in cui magari anche per mesi non mi viene un idea degna di essere registrata. In ogni caso, banalmente, mi ispiro a quei musicisti che hanno segnato i miei ascolti negli anni, alla musica che mi circonda, di  qualunque genere. In modo molto sintetico posso dire che mi piacciono il Rock, il Funk, molto il Pop. Spesso ascolto anche musica che non è proprio di mio gusto. Lo faccio perchè non mi va di ignorare cosa passano le radio oggi, cosa ci circonda, anche se ripeto, magari non tutto mi piace. Comunque in generale ho notato che scrivere musica mi viene più semplice quando ci sono determinate condizioni di relax a livello sia fisico che mentale. Nei periodi frenetici, quando sono concentrato su altro, difficilmente mi vengono buone idee.

Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

- Personalmente, quando ascolto il disco di un musicista solista, per di più strumentale, ciò che mi incuriosisce è ascoltare le idee dell' autore, tanto armonicamente quanto dal punto di vista delle evoluzioni tecniche, valutando poi se l' unione di tutti gli elementi equivale al mio personale concetto di musica, o, detto più semplicemente, se mi piace o meno. Credo che il mio Ep possa incuriosire per le stesse ragioni: idee, tecnica, sonorità distese e melodia sempre al centro. Aggiungo infine, ma non in ordine di importanza, che l' apporto dei musicisti che suonano nel mio lavoro è un altra ragione fondamentale per cui vale la pena di ascoltare il mio album. 


Come nasce un tuo pezzo?

- I miei brani nascono mentre suono, mentre studio magari. Mi viene un idea, un possibile tema e ci lavoro su. Non è sempre detto poi che il risultato mi piaccia. Negli anni ho accantonato numerose idee che non mi soddisfacevano. Così come molte altre sono diventate composizioni che si possono ascoltare sul Cd. Di solito scrivo tutto con il basso e solo alla fine valuto se suonare personalmente ad es. una melodia, oppure affidare quell' idea ad un pianoforte, una chitarra, etc.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

- L' ultimo brano dell' album, dal titolo "In my memory" è quello che emozionalmente mi colpisce di più. E' stato il primo pezzo scritto dopo la scomparsa di mio padre nel 2015. Questo lo rende anche molto difficile da suonare, poichè mi riporta in mente un periodo non proprio felice. Tuttavia non ho voluto escluderlo dal plot. E' li insieme agli altri pezzi. 


Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?

- Sarebbe lungo citarli tutti. Rimarrò in tema bassistico. I bassisti che ho preferito nel corso degli anni, e che mi hanno influenzato, sono stati quegli innovatori che hanno portato il basso ad un livello superiore, sia creativo che tecnico: Larry Graham, Stanley Clarke, Jaco Pastorius, Marcus Miller, Stu Hamm, Victor Wooten, Michael Manring. Ve ne sono molti altri, ma sarebbe impossibile citarli tutti.

Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa?

- Al momento sto preparandomi alla possibilità di suonare dal vivo i miei brani. Come spiegavo più su, molti suoni che ho creato con il basso sono frutto di una ricerca particolare, e sto dunque lavorando per ricrearli e poterli utilizzare agevolmente in sede live. 


Come pensi di promuovere il tuo ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

- Personalmente, ma come credo tutti oramai, sfrutto i social per la mia promozione. Ma per arrivare oltre la mia sola cerchia di contatti ho affidato il mio lavoro ad un ufficio stampa. E' stato un consiglio che mi hanno dato in molti. Per quanto riguarda eventuali date live, ne organizzerò appena sarò pronto per suonare i nuovi pezzi dal vivo. 

Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?

- Posso dire che la scena musicale Italiana, specie quella degli ultimi anni, non mi convince. Non sento innovazione, non sento coraggio se non in pochi casi. Come scrivevo più su, oggi è tutto così frettoloso che sembra che le canzoni siano scritte di corsa e con lo stampino. Di una cosa sono sicuro comunque: la musica che propongo nel mio disco ha poco a che vedere con la musica Italiana. Le problematica principale che riscontro quindi è che risulta molto difficile trovare contesti, come ad es. il live, adatti al mio album, pur essendomi impegnato nel realizzare un disco dalle melodie molto semplici, accessibili, non destinato quindi soltanto agli "addetti ai lavori". 


Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?

- Internet è una grandissima risorsa per i musicisti. Per aumentare la propria visibilità, promuoversi, etc. Grazie al web ho avviato numerose collaborazioni, sono stato contattato da ragazzi che volevano diventare miei allievi, promosso eventi, concerti, chiacchierato con musicisti professionisti e non, fatto video e mille altre cose. La cosa fondamentale a mio avviso è di non perdere di vista il fatto che però il web, la vita virtuale, non è l' unica da coltivare. La vita vera rimane quella reale, quella che si concretizza con una stretta di mano. Il web è solo un valore aggiunto e tale deve rimanere. 

Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?

- In generale penso che la musica strumentale sia il trampolino ideale per ritagliarsi uno spazio proprio, per tirar fuori il proprio estro, le proprie capacità e peculiarità creative che magari, quando si svolge il ruolo di bassista in una band, sono messe da parte o vengono utilizzate molto meno. Nei miei brani sento di valorizzare tutto me stesso, la mia inventiva e la mia tecnica. Con questo non intendo dire che se svolgo lavori di altra natura il mio impegno è inferiore. Assolutamente. Quando suono, indipendentemente da quello che suono, do sempre tutto quello che devo dare, adattandomi al contesto, genere, repertorio, etc . 


C'è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?

- Gavin Harrison, batterista dei Porcupine Tree, King Krimson, etc. Sarebbe un sogno.

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

- Ringrazio tutti per aver dedicato qualche minuto del vostro tempo a leggere questa intervista. Sono un musicista indipendente ma soprattutto una persona con una grande passione per la musica. Ascoltate "Groove Experience" e fatemi sapere cosa ne pensate! Di una cosa son sicuro: dalle mie canzoni traspare la passione che ho impiegato per realizzare il mio disco, e sono certo che ascoltandolo ve ne accorgerete !