TONY TEARS - Demons Crawl At Your Side

Minotauro
Black Hole, Epitaph, Monumentum, Requiem/The Black, Paul Chain Violet Theatre, Zess, Tony Tears, gli stessi, MITICI Death SS del periodo iniziale 1977/1982. Cos'hanno tutte queste band in comune? Dai, ci potete arrivare da soli. Sono tutti italiani... e poi? Beh appartengono ad un genere musicale "ancestrale", profondamente underground per sua stessa insita natura ... e lontano da qualunque logica di mercato discografico. Sì, anche più del cosiddetto Black Metal (AH AH AH che ridere... il Black Metal!!!). Signori, stiamo parlando del... squillino le trombe... DARK METAL! Perlomeno così veniva definito negli anni '80 qui in Italia. Certo, molti di voi equivocheranno, confondendolo con il cosiddetto Doom Metal. Definizione abusata e da molti odiata... il più delle volte a ragione. In effetti i due generi hanno radici comuni. I Black Sabbath, appunto. Arriverei addirittura a dire che il cosiddetto Doom è solo la versione più "superficiale" uscita alla luce del sole di certe sonorità "oscure" nel metal. Così ossessionato (ed ossessionante) come appare sui ritmi iper-rallentati... e mortalmente pallosi! No, no e no! Io sto parlando di una fervente scena underground tutta italiana, che per la stessa natura del genere, non ha mai fatto eccessivi proseliti, ma ciò nonostante i prodotti in forma di demo, EP ed albums erano davvero ottimi. Io stesso, per poco, ho conosciuto il genere in retrospettiva, dato che iniziai a interessarmi di metal dal 1989/90 (a parte i mitici Abysmal Grief, band più recente e pienamente in attività, ma giustamente da me annoverata nel genere che stiamo trattando). Ciò nonostante, mi definisco uno di quelli che ama tantissimo questa... versione metal del vecchio "Dark Sound", genere tematico del rock anni '60/'70 che sviscerava tematiche spaventose e tabù come l'occultismo e lo spiritismo. Antonio Polidori, in arte Tony Tears, fa parte ormai da tantissimo tempo di tutto questo. Innanzitutto, perché fu chitarrista degli Zess (occult metal band dalle cui ceneri sono nate alcune delle più prestigiose Dark Progressive bands sotto contratto per Black Widow Records, quali Malombra e Il Segno Del Comando). E poi, soprattutto, per il suo progetto nominale. Chitarrista, compositore e polistrumentista, Tony realizzò alcune demo tra il 1988 e il 2000. Il suo era un solo project, tenuto separato dalla sua attività di chitarrista nelle altre bands. Però negli ultimi anni, oltre ad aver iniziato a produrre albums (i primi due sono autoprodotti), il progetto è diventato un trio. Ne fanno parte il bravo singer David Krieg degli Hexenfaust ed il batterista degli Abysmal Grief, Regen Graves. Era intenzione da parte dei tre inizialmente mettere in piedi un progetto estemporaneo ... e invece, fin dal precedente album "Follow The Signs Of The Times", i nostri sono diventati la "Band" Tony Tears. E pare che questo non abbia inficiato minimamente sull'integrità del progetto. Anzi, ne ha guadagnato in fatto di integrità. Perché l'album che mi appresto a recensire ora, è favoloso. Nel vero senso della parola. La produzione è un po' "vintage", ma ottima per ciò che i nostri vogliono rappresentare. Buona musica Metal con influssi Dark (nel senso letterale della parola), ritmi rallentati usati solo marginalmente, ma tanta bella e piacevole oscurità sonora. Tony è da sempre mirato a proporre brani più Rock/Metal in alternativa a composizioni in stile colonna sonora B-Movies. Ma c'é qualcosa di particolarmente maligno in tutto questo album. Qualcosa di preoccupante, che afferra l'ascoltatore alla gola e non lo lascia fino alla fine dell'ascolto di questi quasi 50 minuti di malvagità in musica. I campionamenti di esorcismi tratti preferibilmente da film horror si confondono con una tastiera alla Simonetti nell'iniziale "Psychic Exorcism", e già tutto appare agghiacciante. La seguente "In Lilith's Days" è forse un più canonico brano Metal rallentato e plumbeo, dove la voce di Krieg dimostra di avere quel feeling anni '70 in genere irrimediabilmente perduto. Poi abbiamo la fantastica "The Beast Inside The Beast" dove sullo sfondo di un basso tarantolato e di una chitarra molto molto dark, una ragazza canta in italiano un'invocazione al Signore delle Tenebre... salvo iniziare ad urlare di paura nella seconda metà del brano... quando si accorge, la bella evocatrice, di non esser minimamente in grado di fermare la furia cieca di ciò che ha evocato. Il tutto con il sottofondo di evocazioni prese, credo, da qualche B-Movie come "Blood Ceremony". Se ci pensiamo, anche il brano "Black Sabbath" dell'omonima band ha un senso del tutto simile... Con "The Beast Inside The Beast" insomma i Tony Tears sono tra i pochi qua in Italia ad aver provato a descrivere una scena simile in musica. Assieme all'intro "The Exorcism" dal primo LP dei Bulldozer ed alla inarrivabile "Possaction" degli Antonius Rex.

Onore al merito. La seguente "Fury Of Baphomet" credo sia correlata con la precedente evocazione. Metallo settantiano dal ritmo furioso e con un bellissimo suono di chitarra retrò, e la voce di Krieg che, grazie al particolare mixaggio zeppo di riverbero, ha il potere di rievocare quelle bellissime atmosfere oscure da Dark Sound. "Predication", altro brano "soundtrack oriented" costruito su tastiere e chitarre, è un'altra preghiera blasfema decantata e recitata dalla bellissima voce femminile dell'ospite di cui prima (si tratta di Sandra Silver). La stessa poi che duetta con David Krieg sulla lunga "Archangel Warrior", una traccia piena di influenze Gothic, altamente drammatica e pulsante di malvagità. Così come anche la malefica traccia seguente "The Thin Shroud Of Moloch", la quale segue più o meno la stessa lunghezza d'onda, tra placidi inni al maligno a doppia voce sottolineati in musica da percussioni simil-tribali e parti più "metalliche" caratterizzate da guitar solos basilari quanto estremamente espressivi. Più metal in senso stretto è "Demon Always Stands At The Darkness Of Fear", ma non meno oscura, tanto che con un titolo del genere ho paura di leggere il testo. Degna conclusione è "Eternal Conflict", solo organo Hammond, Synth e doppia voce per un effetto "ritualistico" oscuro, caldo ed ipnotico, che ci da malignamente la buonanotte. Sono esterrefatto. Musica di questo tipo e di questa qualità, da troppo tempo non mi capita di ascoltarla. Non valgono critiche di "culto del retrogrado" né tantomeno accuse di non essere musicisti "accademici" in questi casi. Tony Tears hanno realizzato un album nel 2018 pienamente intriso dello spirito Dark Metal underground italico anni '80. E' un prodotto che va preso per quello che è. E null'altro. So benissimo che continueranno ad avere un seguito di culto. Ma progetti musicali di questo genere DEVONO continuare ad esistere e ad essere ricordati... ed ognitanto ricicciare fuori con un nuovo album. Complimenti "ai" Tony Tears (non più "a" Tony Tears, quindi) che sono ancora qui tra noi a ricordarci quando i seventies "occultistici" del rock (e gli eighties "occultistici" del metal) siano tanto tanto belli da amare. Viaggetto nel TARDIS. Sono andato nella Bergen del 1991 ed ho incontrato "Count Grishnack" appena diciottenne. Gli ho detto "Burzum uguale Oscurità in lingua Mordor? Senti a me: ascolta questa Burzum (Oscurità) musicale qui". Ascoltando "Demons..." è andato in crisi mistica. 2018: i Burzum fanno da sempre "Dark Metal" (categoria di Metal molto popolare da decenni interi). E dalla Norvegia, sono diventati influentissimi per tutta l'Europa. Il Conte non ha scontato neppure un giorno di prigione, poiché non ha commesso alcun reato, e non ha mai smesso di produrre dischi. Euronymous invece è scomparso dalle scene. Molti lì ad Oslo sono ancora oggi convinti che non avesse mai avuto la stoffa del leader. Sarebbe forse dovuto morire per... OK OK, scherzo, dai, non incazzatevi eh. Teniamoci stretta la nostra passione "esoterica" per il Dark Metal, e supportiamo i Tony Tears. 

Voto: 9/10 

Alessio Secondini Morelli