HAUNTED - Dayburner

Twin Earth
Tutti i colori del buio, si potrebbe definire così, citando un famoso thriller all’italiana con protagonista la bella, sexy e brava Edwige Fenech, per descrivere questo grande album. Perché questo disco, è un grande album di doom metal nerissimo, oppressivo e ossessivo, ma che può tingersi anche di tinte musicali rosso sangue; non è un azzardo. Questo secondo capitolo è un affresco solenne su come l’amore per i Black Sabbath può virare con personalità verso sonorità inquietanti. L’opener “Mourning sun” è possente e con un riff devastante; ritmiche potenti, e una voce evocativa, solenne ricca di colore blues. Ah, dimenticavo, alla batteria abbiamo una vecchia conoscenza del metal estremo nostrano, ovvero il grande Dario Casabona; batterista dei maestri siciliani Schizo. La titletrack parte con la singer Cristina Chimirri dalla voce piena e solenne, e chitarre acustiche, un brano amaro e sofferto. Riffing grassi, tonalità che più iommiane non si può e un mid tempo pesante come una pietra tombale; la singer è la punta di diamante di questa formazione. “Vespertine” sembra una celebrazione oscura, inquietante, con un esplosione riverberata e potente di chitarre, che vengono precedute da un arpeggio di chitarra e basso, con batteria percussiva e voce suadente. Proprio la voce della Chimirri, è in contrasto con l’ossessività pesante dei riff e del comparti ritmico; una voce salmodiante che cambia spetro vocale, con maestrìa. “No connection with dust” è un brano strumentale in quietante, retto da riff di basso e chitarra; una composizione che reca l’effigie gobliniana; un brano da perfetta colonna sonora horror. Sembra quasi una seconda parte del brano bellissimo “Valley” che l’ex bassista degli Stones Bill Wyman aveva composto per la pellicola argentiana Phenomena. Un disco stupendo, nero come la pece e ricco di inquietudine e tanta qualità, una conferma che il suolo nostrano è fucina di formazioni incredibili. 

Voto: 8.5/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli